Profili di teologia biblica
Studi di teologia
Nuova serie
Anno XV 2003/2
N. 30
Introduzione
La Scrittura non è un testo piatto ed atemporale, né una collezione di testi che rispecchiano teologie diverse scollegate fra di loro, come pensano alcuni, ma un tutt'uno che ha un suo proprio disegno organico e progressivo, un suo senso unitario, una sua tessitura unitaria; possiede un criterio che regola il significato di fondo di ogni testo. La Scrittura va vista, infatti, nella sua unità e rispecchia una storia complessiva della salvezza, il suo messaggio unitario sotto forma di teologia inserita in un contesto storico. Ogni testo ha un legame redentivo che lo lega agli altri. Identificare questo filo conduttore è il compito della teologia biblica che assume così il carattere di disciplina descrittiva. Essa è una teologia definitamente cristiana, perché vede tutta la storiia biblica come focalizzata nella Persona e nell´opera del Cristo. Affermare il carattere organico della rivelazione biblica non è risultato di una ricerca empirica, ma una questione di fede che risulta dalle sue stesse affermazioni. Questo è il suo presupposto quand'anche ci trovassimo di fronte a quelle che ci potrebbero apparire contraddizioni a causa della mia limitata percezione e comprensione.Teologia biblica Uno dei filoni più interessanti che si riscontrano nella riflessione teologica dell'evangelismo contemporaneo è sicuramente la riscoperta della teologia biblica. Non si tratta di una scoperta ex nihilo, in quanto la teologia biblica fa parte del DNA della teologia evangelica che si riconosce nei principi del sola Scriptura (solo la Scrittura), tota Scriptura (tutta la Scrittura) e Scriptura sui ipsius interpres (la Scrittura si interpreta da sé stessa).
Per quanto la teologia biblica sia fondamentale per la fede evangelica, la sua riscoperta è relativamente recente in quanto, nella seconda metà del XIX secolo, alcune correnti che attraversarono il mondo protestante ne avevano oscurato l'importanza. Da un lato, il liberalismo ottocentesco aveva frantumato la possibilità stessa di concepire una teologia biblica canonica. La critica di stampo liberale, dopo aver operato una sorta di vivisezione del testo biblico, riconsegnava al predicatore un ammasso di testi disomogenei, privi di un disegno organico e complessivo. Al credente non rimaneva che leggere questa Bibbia spezzettata in senso moralistico e moraleggiante. D'altro lato, il dispensazionalismo di J.N. Darby e C.I. Scofield aveva spinto molti evangelici conservatori a perdere il senso unitario e progressivo della rivelazione biblica. Insistendo su una netta separazione tra Israele e la chiesa, quindi tra AT e NT, i dispensazionalisti correvano il rischio di smarrire la ricchezza del tessuto armonioso, ancorché complesso, della teologia biblica, introducendo una sorta di parcellizzazione all'interno dello sviluppo della storia della salvezza. Alla luce di questo scenario ottocentesco, per molti versi ostile alla teologia biblica della fede evangelica classica, è da apprezzare ancor più l'opera del teologo biblico di Princeton, Geerhardus Vos (1862-1949), che ha rimesso al centro dell'attenzione delle chiese evangeliche la necessità di riconoscere la tessitura unitaria e progressiva della rivelazione biblica, incentrata su Gesù Cristo. A distanza di un secolo, Vos è ancora un punto di riferimento importante ed è bello vedere come altri teologi evangelici stiano lavorando sulla sua scia, facendo riscoprire il disegno grandioso della storia biblica.Eppure, la teologia biblica non è solo una faccenda che interessa gli storici della teologia. Interessa, invece e prima di tutto, i predicatori e tutti i lettori della Bibbia desiderosi di apprezzare la Scrittura nella sua unità e diversità, alla luce del suo fluire canonico e in forza del suo principio unificante. In fondo, senza una teologia biblica degna di questo nome, la predicazione sarà episodica e frammentaria perché non saprà collegare il testo predicato alla storia complessiva della salvezza. Oppure sarà moralistica perché non saprà riconoscere la valenza storico-teologica del testo e dovrà ricorrere ad una lettura che ne appiattisce il significato. Oppure sarà 'versettologica', cumulando citazioni su citazioni, senza cogliere il legame redentivo di tutta la rivelazione nel suo sviluppo canonico. Oppure sarà del tutto strumentale in quanto, in assenza di un criterio regolatore che proviene dal testo stesso, introdurrà nel testo delle questioni e delle preoccupazioni che non gli appartengono. Insomma, senza una solida teologia biblica che la accompagni e la conduca, la predicazione finisce per estorcere alla Bibbia quello che uno vuole, senza permettere alla Scrittura stessa di orientare teologicamente la lettura e la predicazione. Come si può facilmente evincere, la posta in gioco è altissima. Da quest'anno, Studi di teologia è lieta di presentarsi con un supplemento etico annuale a cura del Centro studi di etica e bioetica (CSEB). D'ora in avanti, il secondo numero dell'annata uscirà insieme ad un fascicolo dedicato a tematiche etiche. Si tratta di una crescita non di poco conto a cui molti guardano con attesa e speranza. Alla luce di questo investimento promettente, sicuramente i lettori non considereranno ingiustificato il lieve aumento dell'abbonamento a ? 15. Anche l'etica, come la teologia, ha un suo costo.
Leonardo De Chirico
G. Vos definisce la teologia biblica come: "....quel ramo della teologia esegetica che tratta del processo dell'autorivelazione di Dio così come esso è riportato nella Bibbia".Essa si contrappone, quindi, alla frammentazione e "vivisezione" operata dalla critica biblica liberale, alle artificiose spaccature prodotte, nel testo biblico, dal dispensazionalismo, alle letture bibliche piatte di chi si limita a spigolare dalla Bibbia versetti isolati dal loro contesto, e a chi impone al testo biblico questioni e preoccupazioni che non gli appartengono.
Sommario
Articoli
Graeme Goldsworthy, “Cos'è la teologia biblica?”
Luigi Dalla Pozza, “La teologia biblica di Geerhardus Vos”
Gian Paolo Aranzulla, “Panoramica di teologia biblica”
Rassegne
Luigi Dalla Pozza, “Due dizionari di teologia biblica”