Traiettorie della teologia evangelica

 

Studi di teologia
Nuova serie
Anno XXIII 2011/2
N. 46

 

Introduzione

La teologia evangelica significa cose diverse per persone diverse.

Vista la pluralità di significati e di usi del termine “evangelico”, anche l’associazione dell’aggettivo alla teologia porta a comprensioni diversificate. Per esempio, i manuali italiani (sia cattolici che protestanti) quando parlano di teologia evangelica, si riferiscono alla teologia contemporanea segnata dal liberalismo tedesco, dalla teologia della crisi, e dalle declinazioni più recenti della teologia postliberale (della speranza, della correlazione, della storia, dei generi, ecc.).

In questi strumenti, generalmente parlando, non c’è una sufficiente attenzione alla teologia evangelica così come è compresa in ambiti anglo-americani, ma anche francofoni, e, ormai da svariati decenni, anche in contesti latino-americani, africani e asiatici.

In altre parole, non c’è una presa d’atto dell’esistenza diffusa ed articolata della teologia evangelicale. Nei manuali si dice che i principali esponenti della teologia evangelica sono Barth, Bultmann, Tillich, Moltmann, Pannenberg. Eppure c’è un’altra teologia evangelica che in genere viene negletta, anzi sembra essere del tutto sconosciuta ad una certa storiografia. Per questa teologia evangelica, i protagonisti tra Otto e Novecento sono, ad esempio, B.B. Warfield, H. Bavinck, C. Henry, J. Stott, J. Packer, H. Blocher, per non parlare dei teologi evangelicali emergenti dal Sud del mondo : ad esempio, Ken Gnanakan in India, Vinoth Ramachandra nello Sri Lanka, Tokounboh Adeyemo (1944-2010) in Kenia, Samuel Escobar e René Padilla in America Latina, ecc.

Sembra di trovarsi di fronte a una luna illuminata solo per metà, mentre l’altra metà è dentro un cono d’ombra, pur essendo altrettanto reale della parte illuminata.

Come può accadere tutto ciò? Le ragioni di tale negligenza sono molteplici. Non ultima, la difficoltà propria dell’evangelicalismo del Novecento di riprendere coscienza della propria vocazione teologica. Per alcuni decenni cruciali del secolo scorso, il movimento evangelicale è stato attraversato da una sorta di reticenza, per non dire riluttanza, a considerare la teologia come responsabilità propria. Ciò ha comportato una difficoltà nei confronti dell’impegno teologico, visto a torto come esercizio meramente intellettualistico e intrinsecamente segnato dalle istanze critiche dello scetticismo moderno. Addirittura si sono fatte strada alcune presunzioni di esprimere la fede evangelica in modo a-teologico o anti-teologico, come se la testimonianza evangelica potesse prescindere da una qualche teologia. Queste istanze hanno spesso dato voce ad un fastidio nei confronti delle direzioni della teologia segnate dal liberalismo teologico e hanno avuto ragioni da vendere nel contestare quel modo di fare teologia. Disimpegnandosi dalla teologia, hanno consentito all’“altra” teologia evangelica (quella liberale e successive declinazioni post-qualcosa) di connotare il termine “evangelico”, mentre gli evangelicali erano distratti o insensibili a produrre una “teologia evangelica” altrettanto degna di questo nome.

Le cose stanno cambiando, però, e non da ieri. E’ da decenni che la teologia evangelicale non opera più nell’anonimato teologico, né nei sottoscala dell’accademia. In questo senso, il Congresso di Losanna III a Città del Capo (2010), oltre al primario fuoco di tipo missiologico, è stato anche un evento importante per avere il polso della teologia evangelica. Essa è emergente nello scenario internazionale, ma al contempo molto tradizionale in quanto interprete di un’eredità che si riconosce nella narrazione teologica della Riforma protestante e dei Risvegli, con tutto il bagaglio di convinzioni dottrinali e di passioni missionarie che hanno caratterizzato la storia dell’evangelicalismo e che ancora lo segnano in profondità.

Se la nostra rivista ha avuto un ruolo dal 1978 ad oggi, esso è stato quello di aprire il significato di “teologia evangelica” a idee, storie, movimenti, teologi, istituzioni, ecc. che erano praticamente assenti nel dibattito italiano, ma che sono presenti e consistenti nello scenario europeo e globale, oltreché italiano. Studi di teologia è nata a testimonianza di una dinamica ampiamente presente nell’evangelicalismo contemporaneo: quella di reclamare la teologia come compito proprio della fede evangelica, di farlo nella consapevolezza della propria identità confessionale e culturale e di svolgere il proprio lavoro al servizio della missione della chiesa. La pubblicazione del Dizionario di teologia evangelica del 2007, a quasi trent’anni dal primo fascicolo di Sdt, ha contribuito ulteriormente a suggerire una visione della teologia evangelica che esce dai cliché tradizionali (almeno nella vecchia Europa) e che non può essere semplicemente etichettata come “fondamentalista”, oppure del tutto ignorata.

Questo fascicolo di Studi di teologia vuole essere una testimonianza del percorso svolto ed un ulteriore contributo alla crescita della teologia evangelica nel suo significato di “evangelicale”. L’occasione è stata offerta dal conferimento della laurea in teologia honoris causa al prof. Pietro Bolognesi da parte della Faculté Jean Calvin di Aix-en-Provence, svoltasi a Padova il 4 giugno 2011. Per molti aspetti, nella biografia teologica di Bolognesi rispecchia la traiettoria dell’emersione della teologia evangelicale, non solo italiana. Quest’ultima ha nel Congresso di Losanna per l’evangelizzazione del mondo (1974) una data di riferimento importante. Se si pensa che la nostra rivista ha iniziato le pubblicazioni nel 1978, si capisce che essa è nata all’interno di quello “spirito di Losanna” che ha contribuito a permettere il superamento delle secche del neo-fondamentalismo per riscoprire la ricchezza della teologia evangelica classica in chiave missiologica. Per questa ragione, è sembrato utile ed appropriato pubblicare gli atti di questa cerimonia accademica in quanto possano favorire una maggiore consapevolezza sulla teologia evangelica oggi.

Leonardo De Chirico


Sommario

Articoli

  • Pietro Bolognesi, “La teologia come disciplina elenctica”

  • Paul Wells, “Escatologia evangelica e Agnus Victor”

  • Giuseppe Rizza, “Per una teologia evangelica della missione dopo Losanna III”

Rassegne

  • Leonardo De Chirico, “Parametri e interpreti della teologia evangelica”

Cronache

  • Colloquio di teologi evangelici europei dei paesi neolatini e mediterranei

Segnalazioni bibliografiche