Abraham Kuyper (1837-1920)

 

Studi di teologia
Nuova serie
Anno XXXII 2020/1
N. 63

 

Introduzione

Anche in teologia, ci sono autori che hanno valore architettonico, altri che ne hanno uno di riempimento o di rivestimento. I primi aiutano a costruire una struttura di pensiero con cui si possono affrontare le intemperie della vita e rimanere in piedi; i secondi forniscono nozioni su questo o quel tema che, per essere davvero utili, abbisognano comunque di collocarsi entro una visione d’insieme. Abraham Kuyper (1837-1920) appartiene sicuramente alla prima categoria. Senza ombra di dubbio, è uno degli “architetti” del pensiero evangelico contemporaneo[1]. L’impatto della sua opera, volta a sottolineare la piena cittadinanza dell’evangelo di Cristo in ogni aspetto della vita e le rivendicazioni di Dio su tutto il cosmo, può essere chiaramente rivenuto non solo nei circoli ristretti degli ambienti riformati, ma soprattutto in ampi settori dell’evangelicalismo che sottolineano il carattere “olistico” dell’evangelo biblico e il carattere abbracciante l’intera vita della missione cristiana[2]. Certamente, il movimento evangelicale contemporaneo è un impasto teologicamente e storicamente complesso, ma non c’è dubbio che l’eco del pensiero di Kuyper sia uno, non l’unico e non il prevalente, dei suoi ingredienti a maggiore effetto lievitante.

L’opera di Kuyper è difficile da contenere in una disciplina tanto ha spaziato dalla teologia alla politica, dalla storia alla geografia, ecc. e nemmeno in una vocazione particolare considerato l’impegno ecclesiastico e politico, giornalistico ed accademico. Personalità eclettica e geniale, il suo pensiero non si può “schedare” in modo nitido, ma si può provare a cogliere nella sua esuberante ricchezza. Uomo di pensiero e di azione, Kuyper ha vissuto dieci vita in un’una, tanto la sua è stata intensa e profonda. Erede della tradizione calvinista, ne ha visto i deragliamenti liberali e le incurvature introspettive della seconda metà dell’Ottocento e le ha ridato fiato ancorandola saldamente alla sua fondazione biblica e rilanciandola sul versante sia ecclesiastico sia pubblico.

Il movimento che Kuyper ha ispirato è stato successivamente indicato come “neo-calvinista” ed il senso del prefisso “neo” va bene inteso[3]. Nel suo caso, “neo” non vuol dire che abbia introdotto una cesura o una novità sconosciuta al calvinismo o una discontinuità radicale rispetto ad esso. In prima istanza, “neo-calvinista” va compreso come un calvinismo significativamente “nuovo”, nel senso di diverso rispetto alla corrente razionalista, deista e liberale di certo calvinismo continentale del XVIII e XIX secolo in cui Kuyper stesso era stato educato. Quel calvinismo aveva abdicato all’ideologia dell’illuminismo. Per Kuyper quel calvinismo liberale era diventato un simulacro vuoto della fede cristiana; peggio, era la versione ecclesiastica del modernismo che avrebbe combattuto strenuamente fuori e dentro la chiesa. In secondo luogo, “neo-calvinista” è anche indicazione di una “novità” rispetto alla postura del calvinismo sentimentale, intimistico e riduttivo che la reazione al liberalismo aveva prodotto nella tradizione delle chiesa olandese del XIX secolo. Si trattava di un calvinismo spiritualmente raggrinzito e culturalmente rimpicciolito. Con questo calvinismo, Kuyper cercò di allearsi ecclesiasticamente considerandolo come un mondo teologicamente da ravvivare ed irrobustire (di qui il senso del “neo”) con la linfa di una visione biblica più ariosa ed ardita.

Dunque, l’architettura neo-calvinista di Kuyper è una variante del calvinismo contemporaneo che, collocandosi solidamente nella traiettoria del pensiero riformato classico, la rilancia a cavallo tra XIX e XX secolo e la sviluppa in un senso cosmologico con ricadute su tutti i campi della vita: dalla chiesa (coerente con la sua confessione di fede e separata dallo Stato) allo Stato (arbitro nella società e garante del pluralismo rispettando le altre sfere), dalla società (pensata come luogo plurale di confronto) alle professioni (come risposte alle diverse vocazioni), ecc. Non a caso, Kuyper è giustamente associato alla promozione di una “visione cristiana del mondo”, una prospettiva sulla vita nel suo complesso che la interpreta e la anima in senso riformato. Non un calvinismo meramente legato alla sua soteriologia (nella linea del Sinodo di Dordrecht, che pure è parte di esso) o a qualche altro particolare della fede riformata, ma un cristianesimo a tutto tondo per abitare la complessità della vita con un’architettura solida, appunto[4].

La nostra Rivista ha dedicato a questa scuola di pensiero vari fascicoli nel corso degli anni: si pensi all’ispiratore di Kuyper, lo storico e politico Groen Van Prinsterer (1801-1876), al filosofo Herman Dooyeweerd (1894-1977) e all’apologeta Cornelius Van Til (1895-1987)[5]. Inoltre, negli ultimi anni sono usciti in italiano importanti lavori di altri insigni esponenti di questa scuola olandese, come il teologo Herman Bavinck (1854-1921)[6]. E’ una eredità di notevolissimo spessore. A distanza di cento anni dalla morte di Kuyper, è giusto cogliere l’occasione di confrontarsi con un pensiero che mantiene intatta la sua valenza architettonica, soprattutto per un tempo come il nostro in cui le strutture di pensiero dentro e fuori la chiesa evangelica, ammesso e non concesso che ci siano, sono comunque a rischio di crollo.

Questo fascicolo usufruisce del contributo de:
de Stichting Dr. Abraham Kuyperfonds – la Fondazione Dr. A. Kuyperfords
a cui va il sentito ringraziamento della Rivista.

[1] Così P. Heslam, “Architects of Evangelical Intellectual Thought: Abraham Kuyper and Benjamin Warfield”, Themelios 24/2 (1999) pp. 3-30.

[2] Si pensi, ad esempio, al Movimento di Losanna che fa proprie queste sottolineature senza necessariamente citare Kuyper o la sua scuola di pensiero. Per un approfondimento sul carattere onnicomprensivo del pensiero riformato ripreso e sviluppato da Kuyper, cfr. R. Pennings, “Una teologia per la vita intera” in J.R. Beeke, Soli Deo gloria. Un’introduzione al calvinismo, Caltanissetta, Alfa & Omega 2010, pp. 315-327.

[3] Operazione solo in parte riuscita a P. Ricca, “Il neocalvinismo del XX secolo in Italia”, Dimensioni e problemi della ricerca storica N. 2 (2020) pp. 111-134. Nella prima parte del saggio correttamente Ricca parla di Kuyper, mentre risulta alquanto improprio associare a questo termine personalità come Gangale, Miegge, Subilia e Vinay, che con il neocalvinismo di Kuyper hanno poco o nulla a che fare.

[4] Per una sintetica presentazione è sempre utile A.M. Wolters, La riconquista del creato. Verso una visione cristiana del mondo, Mantova, Passaggio 2008.

[5] Rispettivamente “G. Groen Van Prinsterer (1801-1876)”, Sdt NS XIII (2001) N. 26; “Herman Dooyeweerd (1894-1977)”, Sdt NS VI (1994) N. 12; “Cornelius Van Til (1895-1987)”, Sdt NS VII (1995) N. 15. Di Van Til si veda anche il volume Saggi sull’educazione cristiana, Caltanissetta, Alfa & Omega 2017.

[6] H. Bavinck, Filosofia della rivelazione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2004 e La dottrina di Dio e della creazione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2018.


Sommario

Articoli

  • Joel R. Beeke, “La vita e la visione di Abraham Kuyper”

  • John Bolt, “Tutta la vita è adorazione? Abraham Kuyper e i neo-kuyperiani”

  • Leonardo De Chirico, “Il cattolicesimo romano come "sistema di vita" alternativo nelle Lezioni sul calvinismo di Abraham Kuyper”

Studio critico

  • Sergio De Blasi, “Abraham Kuyper, calvinista moderno e cristiano democratico”

Documentazione

  • Abraham Kuyper, “Sovranità delle sfere (1880)”

Segnalazioni bibliografiche

  • T. Longman III et al., Introduzione all’AT (S. Simonnin) 66

  • D. Marguerat, Lo storico di Dio (S. Simonnin) 66

  • U. Vanni, Apocalisse di Giovanni (S. Simonnin) 68

  • D. Peterson, Transformed by God (A. Frediani) 69

  • P.M. Vermigli, The Oxford Treatise and Disputation on Eucharist (P. Bolognesi) 70

  • P.M. Vermigli, Predestination and Justification (P. Bolognesi) 70

  • P.M. Vermigli On Original Sin (P. Bolognesi) 70

  • U. Zwingli, Amica esegesi (G. Emetti) 70

  • T. Perry (ed.), The Theology of Benedict XVI (L. De Chirico) 72

  • M. Vergottini, Il cristiano testimone (G. Verdara) 74

  • R. Bollati, L’alba dell’unità. In dialogo con J.-M.R. Tillard (P.P. Lazisi) 75

  • P. Le Vallois et al., Des catholiques et des évangéliques se questionnent … (G. Verdara) 75

  • A. Köstenberger et al., The Heresy of Orthodoxy (E. Martinengo) 76

  • M. Kruger, Canon Revisited (E. Martinengo) 76

  • M. Lutero, I poteri del papa (L. De Chirico) 77

  • L. Felici (a cura di), Ripensare la riforma protestante (P.P. Lazisi) 78