Discepoli/e che discepolano
Studi di teologia
Nuova serie
Anno XXXII 2020/2
N. 64
Introduzione
Senza discepoli non c’è cristianesimo. Intorno al cristianesimo possono esserci cultori di credenze religiose, curiosi di spiritualità, frequentatori di attività liturgiche, ricercatori di senso, habitué di eventi sociali incentrati sulla dimensione “interiore”. Il cristianesimo però è un’altra cosa. E’ affare di discepole/i. Se non si è discepoli non si è cristiani. Se il cristianesimo non spinge le persone ad attraversare la soglia del diventare discepoli e a camminare da discepoli, può essere una cultura religiosa a cui essere più o meno affezionati, ma non la buona notizia di Gesù Cristo con cui il Signore risorto ha incaricato la chiesa di fare discepoli da ogni nazione.
Il tema del discepolato è dunque centrale, ma attraversato da numerose criticità vecchie e nuove. Anche in ambienti del cristianesimo (come l’evangelicalismo) che mostrano una certa spavalderia nell’uso del termine, non è sempre chiaro se l’accezione della parola si confà ai parametri biblici. Si sente un gran parlare di discepolato, ma cosa significa? Quale teologia sottende? Quale ecclesiologia ha come riferimento? Quali pratiche muove? Da quali retroterra prende le mosse? Quali ambizioni nutre? Quali sistemi di “controllo di qualità” adotta? Quali contesti privilegia? Quali chiavi di lettura delle dinamiche spirituali utilizza? A queste e ad altre domande è necessario provare a dare una risposta.
Oltre a rispondere ad un’esigenza permanente per la fede evangelica (quella di declinare la fede in termini di discepolato), questo fascicolo vuole anche porsi all’ascolto e contribuire ad una sollecitazione che proviene dall’evangelicalismo globale. Ad esempio, nell’Impegno di Città del Capo (2010), il Movimento di Losanna ha messo enfasi sul discepolato totale e sull’integrità della testimonianza cristiana nel mondo contemporaneo[1]. Ci chiediamo: cosa può voler dire “discepolato totale” in Italia? Come prolungare, contestualizzare e praticare una simile responsabilità?
Inoltre l’Alleanza Evangelica Mondiale ha dedicato questo decennio 2020-2030 al “Fare discepoli” (https://disciplemaking.worldea.org/) incoraggiando riflessioni e pratiche di discepolato olistico, fornendo una “scatola di attrezzi” e invitando le chiese a mettere a tema il discepolato come grande tensione positiva entro cui collocare le attività. Come recepire e rilanciare nel contesto italiano le sfide collegate all’iniziativa? Basta solo fornire qualche nuovo programma che ha funzionato altrove per dare una spinta ad una cultura del discepolato degno di questo nome? Questo fascicolo è anche una risposta a questa salutare provocazione nella speranza di poter incoraggiare l’ambizione cristiana di formare nella vita della chiesa discepole/i che discepolano.
[1] Cfr. G. Rizza, “Città del Capo 2010: l’integrità della missione e il discepolato totale”, Studi di teologia NS XXVI (2014/2) N. 52, pp. 135-143.
Sommario
Articoli
Leonardo De Chirico, “Chi e dove sono i discepoli?”
Leonardo De Chirico e Reid Karr, “Chiese discepolanti: appunti di un percorso”
Lucia Stelluti, “Piccoli discepoli crescono. Il discepolato dei giovani credenti nella vita della chiesa locale”
Clay Kannard, “Essere e fare discepoli nell’era digitale”
Giuseppe Rizza, “La sfida del discepolato della mente. Intersezioni tra cristianesimo e cultura”
Sussidio
Reid Karr e Leonardo De Chirico, “Risorse recenti sul/per il discepolato”
Segnalazioni bibliografiche
W. Brueggeman, Geremia (S. De Blasi) 174
D.J. Moo, Lettera di Giacomo (S. Mantovani) 175
E. Nicole, Il Dio della Bibbia è un Dio violento? (A. Frediani) 175
S. Peyronel Rambaldi (a cura di), Verso la Riforma (P. Bolognesi) 176
A. Milano, Persona in teologia (G. Verdara) 176
S. Storms, L’elezione (L. De Chirico) 177
S.N. Williams, The Election of Grace (L. De Chirico) 177
J.C. Lennox, Liberi di credere (M. Hart) 179
M. Dever – J. Leeman (edd.), Baptist Foundations (S. De Blasi) 181