Francesco Turrettini (1623-1687)
Studi di teologia
Nuova serie
Anno XXXV 2023/1
N. 69
Introduzione
Per la nostra rivista è ormai consuetudine fare riferimento a certi anniversari per offrire numeri speciali. Le ragioni per questo tipo di scelta hanno a che fare con il valore della memoria.
La memoria costituisce un’importante componente della fede biblica. La fede non è un sussulto momentaneo, ma qualcosa che va inserita in una trama che ha una storia. Modesta o ampia che sia rimanda a un patrimonio non trascurabile. La fede non si esaurisce ovviamente nel collegamento con un passato, ma l’ingloba. La memoria fa parte intrinseca di quel che è avvenuto e che è vissuto. Essa permette di riconoscersi come parte d’una comunità ampia e di un orizzonte che va oltre nel tempo e nello spazio.
La memoria va costruita con discernimento. L’elaborazione può anche avere connotazioni simboliche ed emotive, ma deve fare i conti con elementi in grado di conferire alla memoria una coerenza e uno spessore sufficientemente oggettivo. Poiché esiste un tasso d’ortodossia o evangelicità, ciascuno può misurarne il profilo. Il processo può essere impegnativo, ma sarebbe insensato accontentarsi di qualcosa di generico e raffazzonato.
La memoria apre a nuove avventure. Essa non è fine a sé stessa. Non è retromania, né può esaurirsi in semplice nostalgia. Se così fosse non sarebbe riconducibile alla Scrittura che associa alla memoria una forza propulsiva e un afflato nei confronti del futuro. Il popolo che ricorda e che vive è sempre proiettato verso il Veniente.
Ogni tiepidezza verso la memoria rischia d’essere trascuratezza verso Dio stesso. Per il cristiano il Dio biblico è il Dio della storia. Una redenzione che non faccia i conti con la sua storia è forse un po' superficiale per fare i conti col tempo. Una fisionomia di fede priva di un’elaborazione nel tempo appare altresì a rischio. Grazie a Dio ci sono filoni e sviluppi da tenere presenti e che possono concorrere a elaborare una coscienza dello spessore storico del credere.
Si potrebbe ricostruire la memoria servendosi di griglie diverse. Anche se la nostra rivista non è una rivista specificatamente storica, ha cercato di fornire alcuni spunti. Anche lasciando da parte i saggi di Leonardo De Chirico, Letture patristiche (II-III secolo) [2015]; Letture patristiche (IV-V secolo) [2019]; Letture Medioevali (VI-XI secolo) [2022], si potrebbe accennare a eventi che hanno segnato svolte nel corso del tempo. Alcuni picchetti più strategici e altri meno, ma non per questo meno utili per una ricostruzione del passato.
Riforma e riforme [1517] N. 57 (2017)
La confessione di fede battista del 1689 [1689] N. 2 (1989)
L’eredità di Losanna (1974-2014) [1974] N. 52 (2014)
Studi di teologia (1978-2018) [1978] N. 60 (2018)
L’evangelizzazione riconsiderata (1989) [1989] N. 1 (1989)
Si potrebbe altresì accennare a personaggi che hanno marcato l’itinerario del popolo di Dio. È evidente che è impossibile dare conto di tutti coloro che hanno avuto un ruolo significativo nell’ambito della teologia evangelica, ma qualche indicazione può essere data. Con le loro luci e le loro ombre certi personaggi hanno illustrato lo sviluppo del pensiero evangelico.
P. Vergerio (1498-1565) e il ‘Caso Spiera’ (1548) [1498] N. 19 (1998)
Pietro Martire Vermigli (1499-1560) [1499] N. 21 (1999)
Jan Laski (1499-1560) [1499] N. 22 (1999)
Gli scritti di Calvino (1509-1564) [1509] N. 41 (2009)
Girolamo Zanchi (1516-1590) [1516] N. 55 (2016)
Johannes Althusius (1557-1638) [1498] N. 38 (2007)
Jonathan Edwards (1703-1758) [1703] N. 29 (2003)
G. Groen Van Prinsterer (1801-1876) [1801] N. 26 (2001)
Abraham Kuyper (1837-1920) [1837] N. 63 (2020)
Benjamin B. Warfield (1851-1921) [1851] N. 65 (2021)
Karl Barth (1886-1986) [1886] N. 18 (1986)
H. Dooyeweerd (1894-1977) [1894] N. 12 (1994)
C. Van Til (1895-1987) [1895] N. 13 (1995)
Qualcuno noterà come in questa lista sia quasi del tutto assente il Settecento e cioè quel periodo che va dalla morte dei riformatori del Seicento ai risvegli dell’Ottocento. Il Settecento è stato un secolo di fermenti non indifferenti nell’ambito della cultura e sarebbe difficile immaginare che l’ambito della teologia debba passare sotto silenzio. Attraverso la rievocazione fatta dal materiale di questo fascicolo tentiamo di riannodare le fila anche di un periodo come il Settecento. Non si tratta di far spazio ad ansie di legittimazione, ma di riconoscere le graziose vie di Dio nel corso del tempo che non si è mai lasciato senza testimoni. Dio c’era.
Nel caso di Francesco Turrettini viene da chiedersi se l’averlo ignorato sia stata semplice amnesia o se non abbia risposto ad un deliberato intento. Sembra ci sia stato come un pregiudiziale fastidio nei confronti dello sforzo per essere netto nei confronti di quel che si crede essere la verità. Il fatto che nel nostro paese non vi siano stati molti riferimenti a lui e alla sua opera lascia aperto qualche interrogativo. S’è trattato d’una dimenticanza o d’una scelta? Qualunque sia stata la ragione si è trattato di una opzione gravida di conseguenze. È triste pensare che un monumento della teologia evangelica “italiana” sia passato sotto silenzio per secoli e che malgrado tante traduzioni fatte di testi del passato non si sia sentita la necessità di mettere nelle mani degli italiani un simile patrimonio. Strano che nessuno abbia fin qui sentito la necessità di mettere a disposizione dei credenti tale testo. Una pubblicazione di questo genere rappresenta una sorta di dissequestro culturale e non solo. Sarebbe bello se chi ha avuto interesse ad occultarlo non si limiti alla critica di tale operazione, ma partecipi piuttosto alla valorizzazione di tale patrimonio. Dio c’era. Non sappiamo quante altre riviste teologiche coglieranno l’occasione per evocare in qualche modo tale anniversario, ma si spera di non rimanere l’unica rivista a farlo.
La pubblicazione della Institutio Theologiae Elencticae [1679-1685] in italiano è diventata possibile grazie al lavoro editoriale fatto per la traduzione inglese. Avevamo iniziato a lavorare sull’edizione latina in possesso della nostra biblioteca Institutio Theologiae Elencticae in qua status controversia perspicue… 1696, tenendo anche presente l’altra edizione latina più recente, Opera: Institutio Theologiae Elencticae, 4 voll., Edinburgh 1847-1848, quando è uscita l’edizione inglese, Institute of Elenctic Theology, ed. James T. Dennison, trans. George Musgrave Giger, 3 voll., Phillipsburg, P&R Publ. 1992-1997. Difficile immaginare che avremmo continuato la traduzione e la pubblicazione dell’Istituzione della teologia persuasiva senza poterci servire del lavoro editoriale fatto da James T. Dennison.
Proprio per evitare che l’opera di Turrettini rimanga relegata tra gli specialisti, per questo numero di Studi di teologia si è scelto di affidarne la redazione non a specialisti, ma a studenti o giovani studiosi. L’obiettivo è quello di avvicinare il più possibile il pensiero di Turrettini alla vita comune.
Sommario
Articoli
Davide Ibrahim, La vita di Francesco Turrettini (1623-1687) attraverso l’orazione funebre di Benedict Pictet
Enisa Kovaci, Sottomettendo la ragione con Turrettini. Note al locus I della Istituzione della teologia persuasiva
Giuseppe Della Ragione, Parametri di trinitarietà. La Trinità in Turrettini e le sue ricadute
Aldo Lucchi Aimone, I decreti divini secondo Francesco Turrettini
Alessandro Sciortino, La teologia del patto secondo Francesco Turrettini
Sergio De Blasi, La predicazione secondo Francesco Turrettini
Pietro Bolognesi, La struttura della Istituzione della teologia persuasiva
Pietro Bolognesi, Bibliografia turrettiniana