Bibbia e scuola

 

Studi di teologia
Nuova serie
Anno V 1993/1
N. 9

 

Introduzione

Questo numero della rivista affronta la questione dell’istruzione in un’ottica molto ampia, in particolare cerca di considerare la possibilità dell’inserimento dello studio della Bibbia nelle scuole statali al di fuori dell’insegnamento cattolico attualmente in essere. Nell’ambito della scuola esistono discriminazioni non indifferenti e questo non tocca solo coloro che hanno figli in età scolare, ma riguarda tutti coloro che possiedono un po’ di sensibilità sociale. Se non si è cattolici, si è penalizzati. Esiste un insegnamento della religione cattolica all’interno dell’ordinamento scolastico statale che rinnega nei fatti solenni enunciati di non confessionalità dello Stato stesso. Malgrado ciò si deve registrare una profonda ignoranza della Bibbia un po’ a tutti i livelli. In questo numero della nostra rivista cerchiamo d’intervenire nella riflessione che si sta sviluppando su questo tema. Lo facciamo in quella che è la nostra particolare ottica rendendoci ben conto che la questione travalica i confini di una riflessione semplicemente pedagogica. Qui sono in gioco questioni di fondo non indifferenti e quindi speriamo che il dibattito non si limiti solo a questioni operative, ma voglia altresì affrontare i nodi della questione. C’è dunque bisogno di delineare una visione dell’istruzione assai diversa da quella oggi dominante e in questo numero cerchiamo di dare il nostro contributo.


Sommario

Articoli

  • Corrado Grottoli, “Le qualifiche dell'insegnante”

  • Pietro Bolognesi, “Un'ambizione impropria”

  • Lidia Goldoni, “L'insegnamento della Bibbia nelle scuole statali europee”

  • Gianni Long, “Religione a scuola: una lunga battaglia giuridica”

  • Cornelius Van Til, “La visione riformata dell'educazione”

Segnalazioni bibliografiche