La predicazione cristiana
Introduzione
Scopo del presente numero di Studi di Teologia è condurre il popolo di Dio ad una migliore consapevolezza del valore della predicazione. In questo modo ci sembra si possa prolungare molto naturalmente il tema del numero precedente. È buono, dopo aver parlato dei doni dello Spirito, parlare del dono per eccellenza: quello della predicazione. Le chiese evangeliche si sono sempre distinte per l’importanza accordata alla predicazione rispetto a qualunque altra attività. È sempre stato evidente per loro che una “comunione” stabilita indipendentemente da una risposta comune all’annuncio della Parola sarebbe stata fatalmente destinata a disgregarsi o a sussistere solo come esperienza emotiva. Anche la Riforma indicò nell’amministrazione delle ordinanze del Signore e nella predicazione fedele le caratteristiche della chiesa autentica. Ora, alla luce di queste affermazioni, ci si deve chiedere quali sono i gruppi che rispettano tali esigenze.
La predicazione è in crisi. Essa ha perduto forza ed incisività. In qualche caso è in crisi perché non è più vincolata alla parola di Dio. Dai pulpiti vengono espresse opinioni e dubbi. La predicazione non è più una parola che reca gioia e certezza. Si fa strada la tendenza a sostituire alla predicazione della Parola attività di carattere pratico. La Scrittura non è più amata, studiata e annunciata in modo conveniente: nessuna meraviglia allora se all’uomo non succede nulla di decisivo. Che può succedere d’importante senza l’annuncio dell’Evangelo?
Sommario
Articoli
Rinaldo Diprose, “L'importanza della predicazione”
James Fraser, “La predicazione profetica nell'Antico Testamento”
Philip E. Hughes, “La predicazione apostolica nel Nuovo Testamento”
William S. Reid, “La predicazione nel XVI secolo”
Rousas J. Rushdoony, “Il significato apologetico della predicazione”
Studio critico
James Whipps, “Per una predicazione conforme all'ermeneutica”