Lineamenti di consulenza pastorale
Introduzione
Certe persone sono entrate nella chiesa e vi hanno semplicemente trovato rifugio. In realtà non hanno mai conosciuto una piena liberazione su tutti i piani dell’esistenza. Hanno relazioni con altre persone, ma la loro appartenenza al Signore non ha automaticamente risolto tutti i problemi delle loro persone. Come aiutare le persone in modo integrale? Come favorire una piena ed autentica espressione dei doni che Dio ha fatto loro come persone create ad immagine di Dio? Bisogna lasciar fare agli psicologi o la chiesa ha ancora un ruolo da svolgere nell’aiutare le persone? Certamente lo scopo della vita umana non risiede solo nel “realizzare se stessi”. Un’ottica del genere, anche se possibile da un punto di vista profano, appare fortemente riduttiva nella prospettiva della fede biblica. lo scopo fondamentale della vita umana consiste nel glorificare Dio e nel godere per sempre la Sua presenza, ma ciò implica un’autentica tranquillità con se stessi e ciò non è sempre evidente tra i cristiani. La complessità di questa prospettiva è evidente. Essa si riflette nella difficoltà stessa di definire tale servizio. Questo numero di Studi di teologia rappresenta un piccolo contributo alla problematica. Non vuol dare l’illusione che chi lo ha letto possa definitivamente considerarsi un consulente, vuole semplicemente illustrare alcuni aspetti del problema e suggerire forse che solo chi si è fatto aiutare potrà a sua volta aiutare. Esso deve molto al Dr. Paul Finch che ne è stato un po’ l’artefice principale e che qui si ringrazia molto fraternamente.
Sommario
Articoli
William T. Kirwan, “Prospettive bibliche per la consulenza pastorale”
Lawrence J. Crabb, “Struttura della personalità umana”
Lawrence J. Crabb, “Comprensione dei problemi personali più profondi”
Paul Finch, “Una vita autentica o un'imitazione”